Briefing Motorsport: i regolamenti LMH e LMDH parte 1


A partire dal 2021, il WEC ha rimpiazzato le vecchie LMP1 con le Le Mans Hypercar (LMH), con l'obiettivo di attrarre nuovi costruttori nel mondiale Endurance abbassando i costi.

Con lo stesso obiettivo, dal 2023 sono state introdotte anche le Le Mans Daytona Hybrid (LMDH) provenienti dal regolamento tecnico IMSA, serie di durata d'oltre oceano.

Quali sono le differenze tra le due tipologie di vetture?

Partiamo dalla LMH, considerate la punta di diamante del mondiale di durata.

Per omologare una LMH, ogni costruttore deve produrre almeno 20 esemplari di un modello stradale di riferimento; a fronte di questo vincolo però i costruttori hanno molta libertà progettuale sul proprio telaio (al contrario delle LMDH) e sui motori.

Una volta omologata la macchina, viene congelato il progetto, con la possibilità di 5 token di sviluppo prestazionale utilizzabili in 5 anni.

Le LMH possono utilizzare un sistema ibrido con un motore elettrico che aziona l'asse anteriore, mentre il motore a combustione interna aziona l'asse posteriore. Tuttavia, l'ibrido non è obbligatorio, e alcuni costruttori possono optare per un motore a combustione interna convenzionale.
La struttura del motore è libera, con l’unico vincolo legato al fatto che debba essere un 4 tempi benzina.

   - Peso e Potenza: Le specifiche tecniche delle LMH richiedono un peso minimo di 1.030 kg e una potenza combinata massima di circa 680 cavalli che può essere ottenuta dal motore termico e dall'unità ibrida insieme.

La potenza della parte ibrida è fissata a 200 kW e da regolamento non può entrare in funzione prima dei 120 km/h.

Le LMH presenti nel mondiale WEC al momento sono Toyota, Ferrari, Peugeot, e Isotta Fraschini, anche se fresca di ritiro dal mondiale.

Nella seconda parte analizzeremo il regolamento LMDH.


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