Ferrari - Leclerc: detrattori scendete dal carro
Le emozioni uniche che Leclerc e la Ferrari hanno saputo regalarci in quel di Monza non hanno eguali, in un’annata così strana e piena di alti e bassi, come detto anche dallo stesso pilota monegasco nel team radio dopo la gara.
Che Leclerc sia un talento puro, non lo scopriamo di certo ora, fin dal suo debutto in F1 infatti era chiaro quanto fosse veloce quel ragazzino con la faccia da bravo ragazzo.
Poi è arrivato Spa e Monza 2019, a consegnarci un pilota tanto veloce in qualifica, quanto veloce in gara, cinico quando serve (chiedere a Hamilton sul tentativo di sorpasso alla Roggia quell’anno).
Poi due anni sotto tono, soprattutto per colpe non sue: il 2020 e la SF1000 sono diventati l’incubo di Leclerc e dei tifosi; leggermente in ripresa il 2021, ma ancora il pacchetto non c’era.
Il 2022 sembrava l’anno di Charles e la Ferrari, ma dopo un inizio stagione strepitoso, sono comparse le magagne e il dominio di Verstappen e la Red Bull; il 2023 un anno non proprio da ricordare poi, con una SF23 indigesta e incomprensibile.
In tutto questo periodo non è stata solamente la Ferrari ad avere alti e bassi, ma anche tifoseria e stampa: dall’incoronazione come “predestinato” alla messa in risalto di tutti i difetti di guida del monegasco è bastato poco; sicuramente uno dei punti deboli di Charles era la gestione gomma, su cui il 16 della rossa chiedeva spesso troppo ritrovandosi in difficoltà con la tenuta degli pneumatici.
Tutti a puntare il dito su Charles se qualcosa non andava: troppo aggressivo sulle gomme, poco incisivo nella scelta delle strategie, poco deciso nei team radio, troppa foga nella ricerca dei risultati, tutto il contrario di Sainz che sotto questi aspetti si è sempre saputo muovere con più scioltezza rispetto al compagno di squadra in rosso.
Insomma, tutti a scendere dal carro di Leclerc quando le cose non vanno per come dovrebbero, arrivando addirittura a chiedersi se Ferrari non abbia sbagliato a lasciare andare Carlos piuttosto che Charles per fare spazio a Hamilton.
Tutto questo non toglie la bravura e il talento del pilota madrileno, che a dirla tutta mi mancherà non vederlo più vestito di rosso.
Adesso, dopo la vittoria in casa nostra del “predestinato” (così come piace chiamarlo a molti che salgono e scendono dal suo carro) chi in questi anni non ha lesinato critiche, spesso ingiuste nei confronti del pilota monegasco, è tornato a farsi la bocca dolce non lesinando complimenti al talento di Charles, facendo finta di non averlo mai accoltellato alle spalle ad ogni suo errore (o presunto errore).
Tutti bravi, peccato che forse Charles ha imparato proprio dalle critiche e difetti, e la dimostrazione è stata la gestione gomma della gara italiana, in cui Leclerc ha tenuto lo stesso ritmo da inizio a fine stint, essendo gentile sull’acceleratore, nell’introduzione delle gomme, e non forzando mai la prestazione, cosa che gli ha consegnato la vittoria in casa nostra.
Ovviamente non è neanche necessario commentare la mossa tutta di cuore e istinto su Norris al primo giro, con Leclerc che mette addirittura due ruote sull’erba dopo la Roggia pur di passare il pilota Mclaren.
Adesso sono tutti sul carro del vincitore, ma per quanto ci resteranno?
Forse sarebbe il caso di lasciare fuori le malelingue…
Che Leclerc sia un talento puro, non lo scopriamo di certo ora, fin dal suo debutto in F1 infatti era chiaro quanto fosse veloce quel ragazzino con la faccia da bravo ragazzo.
Poi è arrivato Spa e Monza 2019, a consegnarci un pilota tanto veloce in qualifica, quanto veloce in gara, cinico quando serve (chiedere a Hamilton sul tentativo di sorpasso alla Roggia quell’anno).
Poi due anni sotto tono, soprattutto per colpe non sue: il 2020 e la SF1000 sono diventati l’incubo di Leclerc e dei tifosi; leggermente in ripresa il 2021, ma ancora il pacchetto non c’era.
Il 2022 sembrava l’anno di Charles e la Ferrari, ma dopo un inizio stagione strepitoso, sono comparse le magagne e il dominio di Verstappen e la Red Bull; il 2023 un anno non proprio da ricordare poi, con una SF23 indigesta e incomprensibile.
In tutto questo periodo non è stata solamente la Ferrari ad avere alti e bassi, ma anche tifoseria e stampa: dall’incoronazione come “predestinato” alla messa in risalto di tutti i difetti di guida del monegasco è bastato poco; sicuramente uno dei punti deboli di Charles era la gestione gomma, su cui il 16 della rossa chiedeva spesso troppo ritrovandosi in difficoltà con la tenuta degli pneumatici.
Tutti a puntare il dito su Charles se qualcosa non andava: troppo aggressivo sulle gomme, poco incisivo nella scelta delle strategie, poco deciso nei team radio, troppa foga nella ricerca dei risultati, tutto il contrario di Sainz che sotto questi aspetti si è sempre saputo muovere con più scioltezza rispetto al compagno di squadra in rosso.
Insomma, tutti a scendere dal carro di Leclerc quando le cose non vanno per come dovrebbero, arrivando addirittura a chiedersi se Ferrari non abbia sbagliato a lasciare andare Carlos piuttosto che Charles per fare spazio a Hamilton.
Tutto questo non toglie la bravura e il talento del pilota madrileno, che a dirla tutta mi mancherà non vederlo più vestito di rosso.
Adesso, dopo la vittoria in casa nostra del “predestinato” (così come piace chiamarlo a molti che salgono e scendono dal suo carro) chi in questi anni non ha lesinato critiche, spesso ingiuste nei confronti del pilota monegasco, è tornato a farsi la bocca dolce non lesinando complimenti al talento di Charles, facendo finta di non averlo mai accoltellato alle spalle ad ogni suo errore (o presunto errore).
Tutti bravi, peccato che forse Charles ha imparato proprio dalle critiche e difetti, e la dimostrazione è stata la gestione gomma della gara italiana, in cui Leclerc ha tenuto lo stesso ritmo da inizio a fine stint, essendo gentile sull’acceleratore, nell’introduzione delle gomme, e non forzando mai la prestazione, cosa che gli ha consegnato la vittoria in casa nostra.
Ovviamente non è neanche necessario commentare la mossa tutta di cuore e istinto su Norris al primo giro, con Leclerc che mette addirittura due ruote sull’erba dopo la Roggia pur di passare il pilota Mclaren.
Adesso sono tutti sul carro del vincitore, ma per quanto ci resteranno?
Forse sarebbe il caso di lasciare fuori le malelingue…
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