Non esiste un caso Leclerc
Negli ultimi giorni si sono sprecati commenti e considerazioni su Charles Leclerc, commenti forse un po' affrettati e che dimostrano una memoria corta.
Causa scatenante di queste considerazioni sono gli ultimi risultati del monegasco che si è piazzato dietro al suo compagno di squadra Sainz sia in qualifica che in gara.
Subito i titoloni: “Charles soffre Sainz”, “Leclerc non è cosi predestinato”, “la Ferrari ha licenziato il pilota sbagliato”.
Viviamo in un mondo libero, in cui ognuno può esprimere la propria opinione, quindi adesso dirò anche io la mia.
In Bahrain Charles centra la prima fila con la sua Ferrari, salvo doversi arrendere in gara per un problema ai freni, e lasciando al suo compagno Sainz la gioia del primo podio stagionale.
In Arabia Saudita il monegasco è affiancato da Oliver Bearman, a causa del forfait di Sainz causa appendicite. Anche a Jeddah Charles centra la prima fila, ma la Red Bull è troppo per tutti, e si arrende a Perez per la seconda posizione andando comunque a podio, arrivando terzo e siglando il giro più veloce all’ultimo giro.
In Australia non da sicuramente il suo meglio in qualifica, sessione in cui inizia a fare capolino uno dei problemi di questa SF24: non riesce ad “accendere” le gomme.
Complice anche un Sainz in formissima (e anche desideroso di mettere in mostra il suo talento, vista la sua ricerca di un sedile per il 2025) Leclerc si ritrova a qualificarsi quinto (partirà quarto per la penalità a Perez) afflitto da problemi di setup che lo hanno portato in errore nei giri buoni per la qualifica. Il monegasco comunque arriverà secondo andando a completare una fantastica doppietta per la scuderia di Maranello.
In Giappone, è lo stesso Charles ad ammettere uno dei suoi talloni d’Achille: raggiungere e mantenere la giusta finestra di funzionamento degli pneumatici Pirelli con la sua SF24. Il monegasco infatti si qualifica in ottava posizione, contro la quarta del compagno di squadra spagnolo.
Va detto che la differenza sul giro tra i due, è di un solo decimo di secondo, decimo che poteva valere la seconda, oppure la quarta fila. Ovviamente partendo più dietro, si va a perdere la priorità sulle strategie, oltre che le occasioni buone in partenza.
La gara è sotto gli occhi di tutti, un fantastico Leclerc porta le medie a spasso per Suzuka per 26 giri, con una costanza e una delicatezza uniche. Questa strategia, fra l’altro consigliata dallo stesso Charles, gli è valsa la quarta posizione, risultato massimo guardando la sua posizione di partenza, e guardando anche chi è arrivato davanti a lui: le due imprendibili Red Bull, e Sainz che partiva davanti a lui.
Sulla questione team order non entro molto nel merito, ma posso dire che nonostante si potesse evitare un ordine plateale, è stato corretto, visto che non avrebbe avuto senso far perdere tempo a Sainz con gomme fresche dietro a Leclerc.
Ma tiriamo le somme:
Bahrain: qualifica 2°, Gara 4°;
Arabia Saudita: qualifica 2°, Gara 3°;
Australia: qualifica 5° (4° in griglia), Gara 2°;
Giappone: qualifica 8°, Gara 4°.
Sicuramente Charles deve migliorare e capire meglio le gomme e la macchina di quest’anno, e sicuramente Sainz sembra avere una spinta in più, forse soprattutto a livello motivazionale (anche se il talento del madrileno non è assolutamente in discussione).
Ma è sufficiente per far passare il monegasco come un pilota sopravvalutato?
Abbiamo dimenticato Monza 2019? Australia 2022? Austria 2022? Las Vegas 2023? Abu Dhabi 2023?
Molto probabilmente ne ho dimenticate alcune, ma potrebbero essere sufficienti a ricordare il talento del monegasco, che ci ha fatto, ci fa, e ci farà sognare in rosso.
In conclusione, la mia non vuole essere una difesa a spada tratta del numero 16 di Maranello, ma mi dà particolarmente fastidio vederlo attaccato al primo errore, alla prima prestazione in chiaro scuro, senza ricordare quello che ha fatto la gara prima, o addirittura la sessione precedente.
Pensate e riflettete, Charles prima o poi si prenderà il suo posto fra i grandi.
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