Briefing Motorsport: le trecce di Berenice


Durante i GP in condizioni di alta umidità, potreste notare delle scie di vapore dietro le appendici aerodinamiche delle auto. Questo fenomeno è chiamato Treccia di Berenice.

La Treccia di Berenice si forma a causa dei vortici alle estremità delle auto (e degli aerei), legati alla dinamica dei fluidi attorno ai profili alari. Quando un'ala attraversa l'aria, si creano due zone di pressione: una maggiore sopra l'ala e una minore sotto (negli aerei avviene l'opposto).

Questa differenza di pressione è cruciale per generare deportanza, che spinge le auto sull’asfalto. Tuttavia, ai bordi delle ali, l'aria ad alta pressione tende a compensare quella a bassa pressione, fluendo verso quella zona, creando quindi i vortici, una sorta di avvitamento tra i due flussi d’aria.

In questi vortici la pressione si abbassa e, se l’umidità è elevata, l’acqua condensa, formando le caratteristiche trecce visibili.

Questo effetto, sebbene spettacolare, rappresenta una sfida tecnica: i vortici creano turbolenze e aumentano la resistenza aerodinamica, riducendo l’efficienza del veicolo. I progettisti cercano quindi soluzioni per mitigare il fenomeno.

Una soluzione comune è l’uso delle alette d’estremità (winglet), che riducono l'intensità dei vortici e la resistenza aerodinamica. Un altro approccio è il progressivo assottigliamento delle ali, sebbene sia più complesso da applicare nel motorsport.



In sintesi, la Treccia di Berenice è un fenomeno affascinante, ma richiede soluzioni ingegneristiche per migliorare le prestazioni aerodinamiche di auto e aerei.

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