GM in F1: i motivi del dietrofront Liberty
Il recente annuncio della Formula 1 sull'approvazione del progetto General Motors rappresenta un cambiamento significativo rispetto al rifiuto della proposta Andretti-Cadillac di gennaio. All’epoca, F1 dichiarò che un 11° team non avrebbe portato valore al campionato senza una competitività dimostrabile.
Cosa ha convinto la F1?
Il nuovo progetto non è più legato al nome Andretti, ma punta tutto su General Motors, che mira a diventare un costruttore ufficiale dal 2028.
La proposta iniziale prevedeva una vettura Andretti con motori Renault, mentre ora si parla di un team Cadillac-GM che inizialmente utilizzerà propulsori clienti (Ferrari o Honda) prima di passare alla propria Power Unit.
Il cambiamento nella gestione è stato decisivo: Michael Andretti si è fatto da parte, lasciando il comando a Dan Towriss.
Proprio la figura di Michael era stata additata di un approccio poco ortodosso verso gli altri Team Principal e verso Liberty Media (tra lui e Greg Maffei non scorre certo buon sangue).
Usciti di scena sia Michael che Maffei, le trattative si sono fatte più semplici.
Ogni nuovo team che vuole fare il suo ingresso nel circus, dovrebbe pagare una tassa di iscrizione pari a 200 milioni di euro, per "risarcire" gli altri team dagli introiti divisi in 11 team anziché in 10.
Questa tassa però dovrebbe aumentare dal 2026, si parla di 600 milioni di euro, con GM e Liberty che sembra abbiano trovato un accordo a 450 milioni di euro.
Anche se il nome Andretti non sarà associato ufficialmente al progetto, Mario Andretti sarà direttore non esecutivo del team.
GM sfrutterà ovviamente le strutture messe in piedi da Andretti, come la base operativa di Silverstone in cui centinaia di tecnici sono già a lavoro per fare il loro ingresso in F1.
E chissà, Cadillac potrebbe sfruttare anche il programma piloti di Andretti...
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