Pagelle F1 2024: parte 5
Ferrari: 9
Leclerc: 9
Sainz: 9
Stagione da roller coaster per la Scuderia di Maranello: pre stagione con un profilo basso, inizio da outsider, parte centrale della stagione in stato confusionale, finale tutto in crescendo fino alla battaglia finale con McLaren per il titolo costruttori ad Abu Dhabi. Nel complesso la rossa ha dimostrato un gran carattere, sapendo reagire agli errori commessi. Gli upgrade di Barcellona pesano sulle prestazioni nella parte centrale della stagione, in cui la SF24 (con il senno di poi) ha perso il titolo costruttori. Bisogna essere positivi: a inizio stagione era impensabile poter lottare fino alla fine per il titolo a squadre. Ma non è l’unico aspetto incoraggiante. I correttivi applicati dopo la pausa estiva hanno risolto i problemi di saltellamento e bilanciamento della Rossa, sfatando una delle 'maledizioni' degli ultimi anni: la tendenza del team a perdere il filo con gli aggiornamenti dopo la sosta, finendo per essere inconcludente. Un altro aspetto positivo sono sicuramente le strategie, sicuramente il tallone d’Achille fino alla precedente gestione, adesso migliorate con un muretto capace di osare quando la vittoria è alla portata, ma allo stesso tempo di portare a casa il risultato quando la giornata non consente oltre.
Ma ora veniamo ai piloti. Leclerc ha disputato forse la stagione migliore della sua carriera: 3 vittorie, una più bella dell’altra (Monaco, Monza, Austin) dimostrando di essere migliorato nella gestione e visione di gara, senza andare ad intaccare il suo stile di guida (menzione speciale la rimonta ad Abu Dhabi da 19° al 3° posto).
Monaco ha rappresentato la vittoria più emozionante, vincendo a casa sua, e sfatando quella maledizione che lo legava alla pista del Principato; a Monza ha dimostrato visione di gara e gestione della gomma, tenendo un ritmo costante effettuando quel pit in meno che gli ha permesso di concludere davanti a Piastri. In Texas il balzo in testa al via dalla 4° casella e da li in poi ha imposto il suo ritmo.
Veniamo a Sainz. Il pilota spagnolo ha iniziato la stagione sapendo di dover lasciare a fine anno, e molti si aspettavano un percorso da separato in casa, ma così non è stato: Carlos si è comportato da professionista fino all’ultimo, portando al Cavallino due vittorie: la prima assolutamente insperata in Australia, la secondo in Messico a suggellare la sua carriera in Ferrari. Sul pilota spagnolo pesano alcuni comportamenti che sembrano riflettere una scarsa disponibilità ad accettare certi risultati o ad aiutare il suo compagno di squadra (su tutti sicuramente Las Vegas, e l’incidente di Baku con Perez per l’eccesso di foga nel tentativo di non lasciar scappare proprio Charles).
Adesso la sua nuova vita in Williams.
Leclerc: 9
Sainz: 9
Stagione da roller coaster per la Scuderia di Maranello: pre stagione con un profilo basso, inizio da outsider, parte centrale della stagione in stato confusionale, finale tutto in crescendo fino alla battaglia finale con McLaren per il titolo costruttori ad Abu Dhabi. Nel complesso la rossa ha dimostrato un gran carattere, sapendo reagire agli errori commessi. Gli upgrade di Barcellona pesano sulle prestazioni nella parte centrale della stagione, in cui la SF24 (con il senno di poi) ha perso il titolo costruttori. Bisogna essere positivi: a inizio stagione era impensabile poter lottare fino alla fine per il titolo a squadre. Ma non è l’unico aspetto incoraggiante. I correttivi applicati dopo la pausa estiva hanno risolto i problemi di saltellamento e bilanciamento della Rossa, sfatando una delle 'maledizioni' degli ultimi anni: la tendenza del team a perdere il filo con gli aggiornamenti dopo la sosta, finendo per essere inconcludente. Un altro aspetto positivo sono sicuramente le strategie, sicuramente il tallone d’Achille fino alla precedente gestione, adesso migliorate con un muretto capace di osare quando la vittoria è alla portata, ma allo stesso tempo di portare a casa il risultato quando la giornata non consente oltre.
Ma ora veniamo ai piloti. Leclerc ha disputato forse la stagione migliore della sua carriera: 3 vittorie, una più bella dell’altra (Monaco, Monza, Austin) dimostrando di essere migliorato nella gestione e visione di gara, senza andare ad intaccare il suo stile di guida (menzione speciale la rimonta ad Abu Dhabi da 19° al 3° posto).
Monaco ha rappresentato la vittoria più emozionante, vincendo a casa sua, e sfatando quella maledizione che lo legava alla pista del Principato; a Monza ha dimostrato visione di gara e gestione della gomma, tenendo un ritmo costante effettuando quel pit in meno che gli ha permesso di concludere davanti a Piastri. In Texas il balzo in testa al via dalla 4° casella e da li in poi ha imposto il suo ritmo.
Veniamo a Sainz. Il pilota spagnolo ha iniziato la stagione sapendo di dover lasciare a fine anno, e molti si aspettavano un percorso da separato in casa, ma così non è stato: Carlos si è comportato da professionista fino all’ultimo, portando al Cavallino due vittorie: la prima assolutamente insperata in Australia, la secondo in Messico a suggellare la sua carriera in Ferrari. Sul pilota spagnolo pesano alcuni comportamenti che sembrano riflettere una scarsa disponibilità ad accettare certi risultati o ad aiutare il suo compagno di squadra (su tutti sicuramente Las Vegas, e l’incidente di Baku con Perez per l’eccesso di foga nel tentativo di non lasciar scappare proprio Charles).
Adesso la sua nuova vita in Williams.
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