GP del Brasile: c'è chi può e chi non può


Il GP del Brasile di ieri ci ha consegnato verdetti inequivocabili, sia sulla gara in sé che sul mondiale, oltre a farci intravedere il futuro della F1.

Andiamo per ordine: Max Verstappen ha dato l’ennesima dimostrazione del suo immenso talento. È stato fortunato con il cambio gomme in regime di bandiera rossa? Forse, ma questo non sminuisce la furiosa rimonta messa in atto dal pilota olandese fino a quel momento, in condizioni di visibilità praticamente pari a zero.

Mentre gli altri sembravano correre sulle uova, limitando i rischi al minimo, Max, invece, no. Il campione del mondo in carica ha infilato chiunque gli si ponesse davanti fino a raggiungere la seconda posizione, prima della bandiera rossa.

Dopo la ripartenza, ha subito messo in chiaro le sue intenzioni: ha superato Ocon al via e ha segnato per ben 17 volte il giro veloce in gara. F-E-N-O-M-E-N-O!

Tralasciando l’impresa del doppio podio Alpine, passiamo a Leclerc, 5° al traguardo. A un primo sguardo, la sua prestazione potrebbe sembrare opaca, caratterizzata da errori e correzioni. Ma chi segue davvero la gara, e sa leggere i dati, avrà capito che questo non sarebbe stato il weekend della Ferrari: il circuito non era favorevole e le condizioni meteo hanno complicato il setup della SF24. Il potenziale della rossa in Brasile non avrebbe permesso di mettersi dietro le McLaren.

E invece, Leclerc ci è riuscito, soffrendo, sbagliando, correggendo e mantenendo una comunicazione costante con Bozzi per ritrovare il feeling con una SF24 instabile, sia al retrotreno che all’avantreno. 

Ha guadagnato 10 punti, piazzandosi davanti a Norris e Piastri. Sainz ha invece risentito delle condizioni mutevoli e delle gomme forse non in temperatura ottimale, una pecca cronica dell’ultima arrivata a Maranello.

Passiamo ora a Norris: sembrava dovesse essere il suo weekend, con Verstappen così indietro e lui in pole. E invece, ancora una volta, alla fine del primo giro aveva già perso la testa della gara. E poi? 

Pochi sprazzi di lucidità, un altro team order per raccogliere qualche punticino, ma mai seriamente in gara per qualcosa di importante.

Ciliegina sulla torta, le dichiarazioni post gara in cui ha sminuito la vittoria di Max, definendola solo fortuna.

Caro Lando, forse questo mondiale non solo non lo vincerai per la matematica, ma stai dimostrando anche di non meritarlo.

Tutto il contrario di Max, che, con forza, ha messo in chiaro di essere lui il campione del mondo e l’UNICO meritevole di vincere ancora il campionato.

Leclerc ha dimostrato ancora una volta la sua crescita: anche in un weekend difficile come quello di Interlagos, ha limitato i danni, facendo perdere alla Ferrari “solo” 5 punti dalla McLaren (con l’aiuto di Sainz nella sprint).

Purtroppo per il monegasco, la matematica lo ha invece condannato definitivamente nella corsa al titolo piloti, ma il 2025 è ormai dietro l’angolo, e sarà un’altra storia, un’altra lotta.

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